Dopo la fondazione della NATO i passi successivi includevano un aumento sia quantitativo che qualitativo degli armamenti, insieme all’organizzazione della produzione e dei centri di ricerca per mantenere un efficace sistema difensivo. La Beretta svolse un ruolo chiave in questa fase, producendo l’arma principale delle forze terrestri: il fucile di fanteria.
Emersero allora tre nuovi requisiti significativi per il fucile da battaglia che sarebbe dovuto essere dato in dotazione alle Forze Armate:
- L’adozione di una nuova cartuccia d’ordinanza comune per tutta l’Alleanza, la munizione calibro 7,62 mm NATO.
- L’aumento della potenza di fuoco, consentendo alla fanteria di sparare a raffica e utilizzare caricatori con maggiore capacità.
- La riduzione del peso totale dell’arma.
Fu presto evidente la necessità di progettare e produrre un nuovo fucile automatico, rendendo obsoleto il Garand M1. La fornitura della nuova arma all’Esercito italiano aveva due obiettivi: contenere i costi, considerando le sfide di finanziamento da parte del Ministero della Difesa, e unificare le armi individuali fino ad allora in dotazione.
La Beretta, grazie alla sua conoscenza del Garand e della sua fabbricazione, condusse un programma di ricerca e sviluppo per progettare un nuovo fucile con tiro a raffica, esplorando i possibili vantaggi nascosti nel meccanismo di base del Garand.
Dopo due anni di ricerche su varie modifiche del meccanismo del Garand, la Beretta concluse che, aggiungendo pochi cambiamenti ai macchinari impiegati per produrre il Garand, si poteva soddisfare tutte le specifiche della NATO a una frazione dei costi di progettazione di un nuovo modello.
Il risultato fu il Bm 59, adottato dall’esercito italiano a partire dal 1960.
Il Bm 59 si dimostrò perfettamente adeguato alle aspettative: robusto, affidabile, relativamente leggero ed economico, grazie alla sua derivazione dal Garand con poche e semplici operazioni.
Caratterizzato dal caricatore estraibile da 20 colpi e dal lungo compensatore trivalente, il BM-59, nelle sue varianti, fu adottato dall’Esercito Italiano, dalla Marina Militare italiana (per il battaglione San Marco e il Servizio Difesa Installazioni), dall’Arma dei Carabinieri, nonché da altri paesi, tra cui Eritrea, Argentina, Marocco, Indonesia e Nigeria.
In Italia, è rimasto in servizio fino a metà degli anni novanta, quando è stato sostituito progressivamente dal più moderno fucile d’assalto Beretta AR 70/90.
Il BM59 è un fucile da battaglia che può sparare in regime automatico o semiautomatico (fuoco selettivo). E’ dotato di:
- un caricatore posto inferiormente alla culatta da 20 colpi
- un selettore di tiro a colpo singolo o raffica
- un caratteristico tricompensatore, ovvero un manicotto tromboncino frangifiamma (montato permanentemente sulla versione con il calcio completo o in quello ripiegabile lungo il fusto per truppe alpine mentre nella versione truppe avio anch’essa comprensiva di calcio pieghevole era smontabile per ridurre al massimo lo spazio occupato dall’arma) che funge anche da freno di bocca e che consente di utilizzare le granate a codolo tipo Energa e SuperEnerga a carica cava.
Produttore: Beretta spa
Modello: Bm 59
Tipo: fucile automatico leggero
Calibro: 7,62×51 mm Nato
Funzionamento: a recupero di gas con pistone a corsa lunga e otturatore rotante
Cadenza di tiro: 750 colpi al minuto
Lunghezza canna: 490 mm
Lunghezza totale: 1.095 mm
Alimentazione: caricatore amovibile bifilare a presentazione alternata, rifornibile anche con piastrine tipo Mauser di 5 colpi
Numero colpi: 20
Sicure: manuale a leva sul ponticello, automatica all’otturatore impedisce lo sparo in caso di imperfetta chiusura
Peso: 4.700 grammi
Materiali: acciaio al carbonio; cilindro presa gas in acciaio inox; bipiede in alluminio; calciatura in noce o faggio, calciolo in gomma dura