20° Battaglione Fanteria “Monte San Michele”

La brigata Brescia nella grande guerra

Testo estratto da “Brigata Brescia: riepilogo delle attività Prima Guerra Mondiale”

ANNO 1915

Dall’inizio della guerra sino alla fine della prima battaglia dell’Isonzo (7 luglio) la brigata è schierata colla 22* divisione nella zona di Lucinico, ove rimane in riserva.
Assegnata, l’8 luglio, alla 21* divisione, prende parte alla 2* battaglia dell’Isonzo (18 luglio-3 agosto) nella zona di Bosco Cappuccio e di Bosco Triangolare , con il compito di raggiungere la fronte S. Martino-S. Michele.
Fin dal primo giorno della battaglia i suoi battaglioni, insieme a reparti misti del 29°. 40°, 152° e 155° fanteria, impegnano una lotta accanita, che lo stesso nemico chiama “violenta e insopportabile” a q. 197 del Bosco Cappuccio ed alla trincea così detta “Muraglione” del Bosco Triangolare, riuscendo a conquistare tutto il Bosco Triangolare e quasi per intero il Bosco Cappuccio, catturando un migliaio di prigionieri.
L’accanimento e lo spirito aggressivo dimostrato in questa occasione, dei due reggimenti che sanguinosamente ascesero, le contrastate pendici del Bosco Cappuccio furono ricordati nella motivazione della medaglia d’argento al valor militare concessa alla Brigata.
Inviata in zona arretrata per ricostituire i suoi organici decimati, essa ritorna nello stesso settore all’inizio della quarta battaglia (10 novembre-5 dicembre), combattendo sino al 21 novembre con tenacia e valore contro le agguerrite posizioni nemiche di cima 3 e 4 del S. Michele . In questo periodo la brigata perde. 2.500 uomini fra i quali 70 ufficiali.

ANNO 1916

Fino al maggio la brigata alterna i reggimenti nelle trincee fra cima 3 del S. Michele e S. Martino, contribuendo validamente al mantenimento ed al rafforzamento di quelle posizioni contro le quali il nemico, per attenuare la nostra pressione, giornalmente si accanisce con tiri di artiglieria e contrattacchi. Il 14 maggio, durante l’azione dimostrativa eseguita dagli Austriaci su tutta la fronte dell’Isonzo per mascherare l’inizio dell’offensiva nel Trentino, alcuni reparti nemici riescono a penetrare in una trincea della sella di S. Martino, ma ne vengono subito ricacciati da un contrattacco del 19° fanteria, che presidia quelle posizioni, lasciando anche nelle nostre mani qualche prigioniero.

Il 29 giugno, l’attacco austriaco contro ìl S. Michele, preparato col lancio di gas venefici, coinvolge anche il 19° ed il 20° reggimento che, insieme al 48°, difendevano le trincee presso cima 1 e cima 2. Benché decimati, i battaglioni della brigata, con un furioso ritorno offensivo, riprendono le trincee momentaneamente perdute, catturando un centinaio di prigionieri
Le perdite sofferte nella giornata dai due battaglioni ammontano a circa 1200 uomini fuori combattimento, dei quali 32 ufficiali.
Il magnifico contegno tenuto dai fanti dalla brigata anche in quell’occasione è ricordato dalla motivazione della medaglia d’argento concessa alle bandiere dei due reggimenti.

Il 15 luglio la brigata ritorna in linea per prendere parte alla battaglia di Gorizia (6-17 agosto) col compito di attaccare le cime 3 e 4 del S. Michele. Il 6 agosto, con un sanguinoso assalto, che costa alla brigata la perdita di circa 900 uomini di truppa e di 32 ufficiali, le due cime tanto a lungo contese vengono alfine conquistate e mantenute contro i replicati ritorni offensivi che il nemico tenta nei giorni 7, 8 e 9 agosto. Circa 700 prigionieri rimangono in potere della brigata durante l’azione.

Nei giorni successivi la brigata rimane in riserva; viene richiamata in prima linea, il giorno 15. per l’attacco della fronte Pecinka-Segeti. L’azione, iniziata con grande slancio, dal 19° verso il Pecinka e dal 20* verso Segeti,è costretta dalla violenza del fuoco nemico a fermarsi ai robusti reticolati che completano la dilesa di quelle forti posizioni.
Dopo un breve periodo di riordinamento, reso indispensabile dalle perdite sofferte nella battaglia di Gorizia (circa 2350 uomini, dei quali 61 ufficiali), la brigata ritorna in linea il 12 settembre nel settore di Castagnevizza, ove prende parte alla 7″ battaglia dell’Isonzo (14-18 settembre) riuscendo, nel corso di essa, a strappare al nemico, a prezzo di nuove gravi perdite (circa 1550 uomini di truppa e 46 ufficiali) alcuni elementi di trincea.

Contro le stesse posizioni si cimenta di nuovo la brigata durante l’ ottava battaglia dell’Isonzo (9-12 ottobre). Occupa qualche tratto della linea nemica e raggiunge, col 19° fanteria, l’orlo occidentale della dolina di Tercenca. Le perdite sofferte ammontano a circa 900 uomini, dei quali 25 ufficiali.
Dopo le operazioni dell’ottobre la brigata rimane nel settore di Castagnevizza fino alla fine dell’anno, partecipando solo con alcuni reparti, messi a disposizione della 4* divisione, alla nona battaglia dell’Isonzo (31 ottobre-4 novembre).

ANNO 1917

Dall’inizio dell’anno 1917 sino alla decima battaglia dell’Isonzo (12 maggio-8 giugno), la brigata alterna 1 periodi di riposo con turni di trincea nel settore di Castagnevizza ed in quello del Pecinka-Fajti
Alla vigilia della decima battaglia trovasi sul Fajti, dalle cui falde, il 14 maggio, muove risolutamente all’attacco della q.432, insistendo con accanimento sino al giorno 23 per conquistare quella posizione, ma i suoi sforzi vengono infranti dal fuoco incrociato di ben appostate mitragliatrici e dal nutrito tiro di artiglieria del nemico.
Dal Fajti, che lascia il 25 maggio, la brigata, dopo una breve periodo di riordinamento, passa il 4 giugno alla dipendenza della 20a divisione nel settore di Flondar, ove il 5 e 6 giugno, con rinnovata lena, muove più volte all’assalto contro le minutissime posizioni nemiche.
Dopo un breve periodo di riordinamento, la brigata viene in­viata nel settore di Kambresko, ove guarnisce posizioni antistanti a S. Lucia di Tolmino, esplicando la sua attività fino ai primi di agosto nel faticoso servizio di vigilanza e in frequenti azioni di pattuglie.
Dall’8 al 19 di agosto essa è con la 49a divisione ad Orsaria in riposo; il 22 ritorna a Kambresko, e partecipa alla undicesima battaglia del­l’Isonzo (17 agosto-12 settembre), già in pieno svolgimento col compito di passare sulla sinistra dell’Isonzo ad Auzza e di puntare contro la linea nemica Okroglo-q. 725-Vrhnvec.
La Brescia inizia il 23 la propria azione, fortemente contrastata; il 25 e 26 riesce ad avere ragione della tenace resistenza nemica e, facendo avanzare i suoi reparti in direzione di Okròglo-Vrhovec, ad occupare la linea Hovca-Vrhovec, di fronte alle posizioni del Petreciak e di Okroglo; dal 26 al 30, persistendo con ammirevole costanza nella lotta, alcuni reparti del 19° giungono a 130 metri circa dal paese di Okroglo, mentre il 20° di fronte alle alture ad est di Vrhovec riesce ad ampliare la sua occupazione di oltre un centinaio di metri.
L’11 settembre la brigata si trasferisce a Canale alla dipendenza della 47* divisione ; ma per breve tempo, che il 30 è di nuovo in linea nelle trincee Grotta-q. 807-Kal (Vallone di Chiapovano) e il 17 ottobre in quelle di q. 800 (Bate) Na Kobil, a nord di detto Vallone.
Durante il ripiegamento al Piave, nell’ottobre 1917, la brigata sostiene, il 25 ottobre, il primo urto col nemico sulla linea q. 800-Na Kobil, donde, in seguito ad ordine superiore, ripiega e il 26 occupa il Kobilek ; quindi passa sulla destra dell’Isonzo e raggiunge Valisella, nella zona di Gorizia.
Il 28 si schiera presso M. Fortin. a rincalzo della brigata Pesaro, ove, dopo il ripiegamento dì questa, tenta con ogni sforzo di contrastare il passaggio dell’Isonzo al nemico.
Obbligata a ritirarsi sotto la continua pressione dell’avversario, la brigata Brescia raggiunge Palmanova, Codroipo, passa il Tagliamcnto ed il Piave e si raccoglie, il 19 novembre, nei pressi di Padova.
Di qui prosegue per raggiungere la zona di Parma, ove rimane per oltre quattro mesi, attendendo al proprio riordinamento, avendo perduto nella ritirata circa 2000 uomini, per la maggior parte rimasti prigionieri.

ANNO 1918

Ricostituita e completata, la Brescia si trasferisce, verso la fine di aprile, in Francia, ove fa parte dell’ 8a divisione italiana. Dopo un periodo di istruzioni nel campo di addestramento di St-Ouen, il 26 maggio entra in linea nel settore d’Avocourt (Argonne) e successivamente, col 19° fanteria, in quello del Bois de Courton (S.-O. di Reims).
Sferratasi, jl 15 luglio, l’offensiva tedesca (battaglia dell’Ardre) La brigata combatte con accanimento e con elevato spirito offensivo contro il nemico preponderante per forze e per mezzi.
L’offensiva tedesca si inizia con un fortissimo e violento bombardamento alla mezzanotte del 15 luglio: una vera grandine di proiettili di ogni calibro, misti a gas, si rovescia, pei parecchie ore, su tutte le posizioni della brigata, specie sulla prima linea. La tempesta di ferro e di fuoco sconvolge le trincee, decima le truppe, le quali allorché i tedeschi, alle ore 4, attaccano con forze soverchiane, vengono travolte dall’impeto degli assalitori, sostenuti da numerosi carri armati, mezzo di lotta completamente sconosciuto ai nostri fanti.
Il nemico, superata la difesa del Bois des Eclisses, ove erano un battaglione francese ed uno della brigata Alpi, riesce ad infiltrarsi in più punti alle spalle della linea di resistenza ad oltranza e può dila­gare nella valle dell’Ardre. La situazione si fa estremamente grave : i nostri muovono con prontezza ed energia al contrattacco, utilizzando i battaglioni della riserva, ma il loro slancio sì spezza davanti all’ir­ruenza avversaria, continuamente alimentata da truppe fresche.
L’avanzata tedesca non può essere arrestata : i fanti della Brescia cercano in tutti i modi di contenerla, strenuamente resistendo e fieramente combattendo, ma alla fine, premuti da ogni parte, sono costretti a ripiegare.
Gli scarsi resti della brigata, nel pomeriggio di questa sanguinosa giornata, sono riuniti tra Champillon e Bellevue e quindi vengono inviati nella zona di St-Ouen per riordinarsi. Quivi la Brescia rimane fino al 13 agosto, indi si trasferisce, dopo essersi ricostituita, nel set­tore di Futeau (Argonne) ove resta in seconda linea fino al 7 settembre. Successivamente raggiunge per ferrovia la zona a sud della Marna nei pressi di Chàteau-Thierry e il 16 entra in linea nel settore di Fismes a sud delI’Aisne, per passare poi, il 21 dello stesso mese, in quello di Vauxtin. La normale attività della brigata non viene turbata da alcun avvenimento, finché anch’essa non e chiamata a prendere parte alla controffensiva alleata, già in pieno sviluppo. Il 10 ottobre due batta­glioni del 190 e uno del 20°, con rinnovato gagliardo spirito aggressivo si lanciano all’attacco, passano a nord dell’Aisne e, vinta la vìva resistenza del nemico, riescono con rapido sbalzo a porre saldo piede sullo Chemin des Dames, catturando numerosi prigionieri.
Il giorno 12 le infaticabili truppe del II Corpo Italiano ricevono ordine di forzare l’Ailette : nella stessa giornata il fiume è oltrepassato ; all’indomani i reparti più avanzati della Brescia raggiungono la ferrovia Laon-Reims ed il giorno 14, insieme ad altre unità della 3* divisione, occupano la città di Sissonne.
Nella rapida e faticosa avanzata attraverso terreno paludoso e intricato, compiuta sempre aspramente combattendo, le nostre truppe pervengono a contatto della linea così detta « Hunding Stellung », sulla quale il nemico inizia una nuova e più accanita resistenza.
Il 5 novembre la brigata riprende la sua gloriosa avanzata: il 7 raggiunge Résigny; il mattino seguente si batte con accanimento nel villaggio di Aouste, ove i Tedeschi hanno organizzato una forte difesa, ne vince la viva resistenza il 9 e prosegue l’inseguimento, occupando nella stessa giornata i villaggi di Flaignes, Marby, Etalle.
II 10 il I/19° occupa Rimogne, quindi, attraverso il bosco della Vieille Forge, incalza l’avversario, ricacciandolo in disordine verso Les Mazures.
L’11 novembre è concluso l’armistizio: e la brigata, che dal 15 settembre al 10 novembre ha sofferto la perdita di circa 1000 uomini, dei quali 33 ufficiali, sosta nella zona Les Mazures-Bourg-Fidèle-Tremblois.
Per le prove di valore, fermezza ed ardimento date sui gloriosi campi di battaglia francesi, le bandiere dei due reggimenti vennero decorate di una seconda medaglia d’argento al valor militare.